I giudici di Corte di Cassazione, con la sentenza n. 18404/2024 (scaricabile in fondo), hanno ritenuto che in un rapporto di lavoro con uno studio professionale, ai fini dell'accertamento della subordinazione, non sia necessaria la prova - a carico del lavoratore - del concreto esercizio del potere direttivo, ma sia sufficiente il riscontro di alcuni indici, quali:

  • postazione di lavoro all'interno dello studio
  • assenza di clientela propria
  • orario di lavoro fisso
  • cura delle pratiche datoriali

Nel caso affrontato veniva riscontrato che la professionista curava "le pratiche affidatele ... con orario di lavoro mattutino dal lunedì al venerdì e due pomeriggi a settimana". Dati certi erano l'assenza di una clientela propria e il fatto che la professionista curava "pratiche" del titolare dello studio e, cioè, curava interessi di clienti altrui.

Tanto basterebbe per provare la subordinazione e, anzi, come afferma la sentenza, quella subordinazione "attenuata" che è "propria delle prestazioni intellettuali".

La Corte aggiunge che nel caso specifico la subordinazione attenuata sarebbe stata confermata "a contrario" anche dalla "assenza di elementi da cui desumere una collaborazione autonoma".

La sentenza, per quanto discutibile, appare comunque di interesse per novità e numero di soggetti potenzialmente interessati.


L'Avv. Giuseppe Caristena si distingue per la sua profonda conoscenza del diritto del lavoro, offrendo consulenza ed assistenza di alto livello a tutela dei diritti dei lavoratori e dei datori di lavoro.